Trionfante per critica e pubblico, si conclude la tournée milanese del capolavoro di Richard O’Brien che, a più di quarant’anni dall’uscita cinematografica, riesce ancora ad emozionare per energia e freschezza. Lo spettacolo si sposta a ora Firenze dove, ne siamo certi, riscuoterà un successo altrettanto strepitoso.

Intervallato com’è dai simpatici siparietti di Claudio Bisio, molto bravo ad interagire con il pubblico un po’ meno con l’azione teatrale, il bizarre-musical per eccellenza viene messo in scena con cura e sontuosità da una compagnia di ottimi attori e performers di alto livello. Bravi tutti, ma forse un gradino più sopra c’è Riff-Raff e subito dopo il Dr.Frank-n-further (qui è biondo…) che in molte situazioni riesce a non far rimpiangere l’indimenticabile interpretazione di quel Tim Curry che ha contribuito a rendere il film un cult assoluto.

Solo un po’ di rimpianto per la scena in cui Meat Loaf, la sfortunata creatura del mad-doctor, fa il suo ingresso in palcoscenico cantando su una rombante Harley-Davidson, qui molto ridimensionata e un po’ stiracchiata e per il “time-warp” un po’ disperso e poco affollato… il tutto comunque compensato dai balletti di Matthew Mohr che, nella parte finale, ci concede un omaggio alle più celebri coreografie hollywoodiane (alla Busby Bekerley, per intenderci…).

La regia inappuntabile di Sam Buntrock e il suggestivo impianto scenografico di David Farley rendono tutto lo spettacolo godibilissimo e frizzante, senza tradire il plot originale della pellicola da cui è tratto e che, naturalmente, per chi non la conosce o se l’è un po’ dimenticata, va assolutamente rivista e riconsiderata.

Il film, coraggiosissimo, goliardico e molto camp  per l’epoca, tratta in maniera esplicita e davvero divertente tutte le tematiche LGBT e sexual-trasgressive cui adesso ci siamo abituati e lo fa con divertita intelligenza e gusto del grottesco, senza mai scadere nella volgarità esplicita o in quel compiacimento che connotavano molta cinematografia degli anni Settanta.

A rendere il tutto trascinante poi, una colonna sonora davvero magistrale ed inossidabile, fatta di rock’n’roll travolgente e scanzonato, perfettamente eseguita dal vivo dalla band di sei elementi che è intelligentemente collocata al piano superiore della scena, restando ben visibile per tutto lo spettacolo.

Apprezzabile infine anche l’idea di proiettare vecchi trailer di b-movie sci-fi Anni Cinquanta (Tarantula, Il villaggio dei dannati, etc..) prima dello show, per scaldare il pubblico.

Insomma, un divertimento assicurato per tutti, con una messa in scena di alto livello, dunque: It’s just a jump to the left… Let’s do the time-warp again!!!



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